Pure Biotech

La Campania, negli ultimi anni, ha visto un incremento del numero di aziende specializzate nel settore pure biotech, grazie anche al ricorso di aziende nazionali e multinazionali operanti nel settore farmaceutico a piattaforme biotecnologiche che dispongono degli strumenti e delle competenze necessarie per sviluppare attività di ricerca e sviluppo in ambito biotech.

Il fatturato totale delle imprese dedicate (pure biotech) è stato nel 2012 pari a circa 6 milioni di euro (+6% rispetto all’anno precedente), pari a poco meno del 10% del dato nazionale, a cui hanno concorso appena 9 imprese (2% dell’universo delle pure biotech italiane) che impiegano 159 dipendenti, di cui 113 in attività di R&S, funzione a cui sono stati rivolti ben oltre 10 milioni di euro di investimenti.

Nonostante l’operatività sul territorio regionale di un certo numero di multinazionali – tra cui Tissuelab S.p.a., Novamont S.p.A., Okairos S.r.l., Siena Biotech S.p.A., Bio-ker SRL – e alcuni spin-off come Teslab SRL e Pharmaphelix SRL, impegnati nelle attività di ricerca e sviluppo in ambito biotecnologico (in particolare nella produzione di anticorpi monoclonali e proteine ricombinanti per l’utilizzo nella sperimentazione clinica ovvero orientate allo sviluppo di vaccini genetici per le principali malattie infettive, di strategie di impiego di cellule staminali e di nuovi biofarmaci), la Regione Campania sconta la mancanza di incubatori “fisici”, la scarsità o inadeguatezza di strumenti di finanziamento privato (venture capital) per start-up e spin-off di ricerca (ad oggi il 52% delle imprese pure biotech italiane) nonché fattori “culturali”.

Tali condizioni di contesto hanno finora limitato l’attivazione di percorsi virtuosi di creazione di nuove imprese pure biotech, diversamente da quanto accaduto in altre regioni italiane, tra cui la Lombardia, il Piemonte e la Toscana, dove si è assistito alla formalizzazione di hub di imprese biotech – come il Bioindustry Park Silvano Fumero nel Canavese e il Toscana Life Science a Siena – che oggi rappresentano le principali fonti di generazione degli oltre 5 miliardi annui di fatturato e dei circa 1,5 miliardi annui di investimenti in R&S che consentano al settore italiano del pure biotech di collocarsi al terzo posto in Europa dopo Germania e Regno Unito.

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