Il settore dell’ICT applicato alla salute – inteso come l’insieme delle imprese che sviluppano soluzioni ed erogano servizi ICT a supporto dei processi delle aziende sanitarie ampiamente intese, delle “relazioni esterne” (rapporti con fornitori, pazienti ed altre aziende), nonché della gestione dei flussi informativi del sistema sanitario – presenta un fatturato in regione Campania pari a circa 300 milioni di euro, pari a poco più dello 0,05% della spesa sanitaria regionale, nonostante che il settore campano delle ICT, con riferimento alle caratteristiche strutturali, ricopre un ruolo di primo piano nel sistema delle ICT nazionale – 3,2 miliardi di fatturato ed oltre 7.000 imprese presenti, tra cui grandi impresi nazionali ed internazionali come Alcatel-Lucent, Accenture Technology Solution, Engineering Ingegneria Informatica, Ericsson Network Services, Ericsson Telecomunicazioni, HewlettPackard Italiana, Ibm Italia, Siemens Business, Ncr Italia, Nokia Italia, Nortel Networks, Siemens It Solution, St Microelectronics, Telecom, Unysis Italia, Vodafone Omnitel, Wind Telecomunicazioni;
rispetto all’esistenza di condizioni e fattori in grado di attivare processi di intenso sviluppo e creazione di valore, si caratterizza per un’ampia copertura dello scenario delle tecnologie tanto nell’area delle TLC quanto delle IT, con una solida dimensione sia del cluster delle imprese manifatturiere (produttori di software, equipments provider, electroniccomponents provider, etc.), sia del cluster delle imprese di servizi (progettazione, consulenza, personalizzazione, installazione, manutenzione e conduzione, assistenza).
Invero, il settore in Campania sconta un forte limite sia a livello nazionale, dove gli investimenti ICT in Sanità sono pari stati appena pari a 0,9 miliardi di euro nel 2012, pari a poco più dell’1% della spesa sanitaria pubblica, sia a livello macro aree territoriale con una forte disomogeneità della spesa in ICT: il rapporto spesa ICT/posto letto fa segnalare i 5.900 euro spesi al Nord contro i 2.600 euro spesi nelle regioni meridionali.
Come anticipato, le applicazioni biotecnologiche interessano sempre di più, oltre ad settori su analizzati, mercati in forte crescita, quali quello nutraceutico e cosmeceutico.
In particolare, il mercato dei nutraceutici e dei cosmeceutici offre notevoli opportunità di investimento per l’industria farmaceutica, cosmetica e agroalimentare e rappresenta una realtà che, nonostante il periodo di crisi globale, gode di ottima salute e registra una continua crescita. Per il 2013, per il solo mercato dei nutraceutici, è stata stimata una crescita a livello mondiale fino ad un valore di 176,7 miliardi di dollari, con un tasso composto di crescita annuale pari al 7,4%. Ben 71,3 miliardi di dollari sono dovuti alle cosiddette bevande funzionali (quali energy drink per sportivi o succhi di frutta “arricchiti”), 56,7 miliardi di dollari sono associati ai c.d. cibi funzionali e/o arricchiti, 48,7 miliardi di dollari sono associati ad integratori alimentari. I primi due segmenti di mercato sono di interesse prevalente delle imprese agroalimentari mentre gli integratori sono di interesse per l’industria farmaceutica.
Il solo mercato cosmeceutico è stato stimato pari a 11 miliardi di dollari (stima 2009) a livello globale ed è anch’esso in forte crescita (tasso composto di crescita annuale pari al 9,6%).
Nel settore della nutraceutica e della cosmeceutica è stato avviato un percorso di consolidamento della filiera a livello regionale attraverso il progetto Nutrafast (cofinanziato nell’ambito del PON R&C): grandi, medie e piccole imprese chimico-farmaceutiche, alimentari, cosmetiche, imprese biotech dedicate e centri universitari di eccellenza nel campo della ricerca biomedica, hanno unito i loro sforzi per affrontare le diverse problematiche legate allo sviluppo e alla produzione di sostanze nutraceutiche e cosmeceutiche innovative, valutandone gli effetti in diversi modelli sperimentali e nell’uomo e validandoli con metodologie scientificamente rigorose.